Allenamento: è teoria o pratica? Scopriamolo insieme

Quattro anni fa, giorno più giorno meno, ho scritto il mio primo articolo su questo blog. Oggi, dopo essermi preso un periodo di tempo per riflettere, documentarmi e studiare, continuando ad allenare e prendere appunti, perché questa mia passione-ossessione per allenamento da una parte e sviluppo e ricerca dall’altra non si attenuerà mai, torno a scrivere, a raccontarvi cosa c’è dietro e dentro la “teoria dell’allenamento”.

E lo faccio iniziando da qui: riproponendovi l’articolo di apertura di questo spazio, sempre attuale.

L’Italia? Un Paese, di santi, poeti, navigatori e… allenatori. Sì, perché in Italia ci sono 60 milioni di allenatori e ognuno di loro sente il dovere di spiegare ogni cosa a se stesso, ai suoi figli o peggio ai suoi atleti basandosi soltanto sull’esperienza. Come se l’esperienza, miracolosamente, potesse infonderti tutte le “informazioni” scientifiche proprie di una preparazione didattica appresa e approfondita durante diversi anni.

È come se operassi di tonsille un amico perché è “un’esperienza” che ho vissuto.

L’allenamento è un “farmaco” e come tale va gestito e somministrato da persone competenti, attente e sempre in aggiornamento. L’allenatore ha un grande ascendente sui suoi atleti e, specie se sono giovani, ha un grande dovere morale.

Ci troviamo, quindi, a vivere in un mondo (sportivo) dove l’informazione è tracotante, a volte eccessiva e poco verificata.

Da queste riflessioni nasce l’idea di questo blog, uno “spazio” in cui analizzare un argomento alla volta cercando di fare chiarezza intorno a molti luoghi comuni. Un blog per appassionati, colleghi e atleti del mondo degli sport principalmente di endurance (corsa, nuoto di fondo, triathlon, corsa in montagna, mtb e ultraendurance).

In ogni articolo svilupperò una parte scientifica e una pratica. In un’era in cui monitoriamo tutto (GPS, FC, Potenza Bike, Potenza Run ecc.), è necessario (e soprattutto utile) capire come leggere e utilizzare questi dati. E a volte come, invece, non leggerli affatto.

(Ri)partiamo?