La tecnica di esecuzione nel triathlon: rende (solo) più belli o (anche) più efficaci?

Un titolo provocatorio per introdurre un argomento che, da allenatore di triathlon, mi sta molto a cuore: la tecnica di esecuzione. Che ha, o meglio dovrebbe avere, un unico ed essenziale scopo.

Sono circa 25 anni che svolgo il mestiere di allenatore, e quando dico mestiere lo intendo nella sua accezione etimologica più profonda: ministerium, ovvero “servigio”, lavoro.

Lo svolgo tutti i giorni, per più di 5-6 ore al giorno, non lo faccio come compendio alla mia occupazione da bancario, da commercialista o da operaio ma è il mio lavoro.

Sono una persona profondamente curiosa e mi piace ascoltare tutte le opinioni, perché nel mondo dello sport e in particolare nel mondo del triathlon veramente ve ne sono di tutti i “gusti” e in tutte le lingue.

TEORIE E OPINIONI NEL TRIATHLON

Nel triathlon di oggi circolano teorie spesso discordanti.

Per esempio, lavorare sul miglioramento della “tecnica di esecuzione” sembra essere oggi una cosa in disuso. Dall’altro lato c’è una corrente di pensiero che cerca di lavorare sull’attenzione dei “marginal gains”.

Due idee, due facce della stessa medaglia.

È difficile lavorare sui marginal gains se si trascura la “tecnica esecutiva funzionale”.

L’allenatore, l’istruttore, l’educatore e l’insegnante correggono il gesto, l’esecuzione, la manifestazione esteriore e concreta di una azione.  Il fine è il miglioramento della “tecnica” in vista dell’efficacia: si corregge l’interpretazione tecnica per migliorare la possibilità di riuscita dell’azione motoria.

Il miglioramento della tecnica quindi, una volta metabolizzato il gesto tecnico corretto, abbassa il costo energetico e interviene sui “marginal gains”.

ESISTONO DUE TECNICHE: SCEGLIETE QUELLA PIU’ EFFICACE

Io divido la tecnica in due: quella funzionale e quell’accessoria-estetica ed è una divisione fondamentale, direi quasi determinante, per comprendere la tecnica utile al miglioramento dell’efficacia e la tecnica fine a se stessa che non si chiede il perché delle cose.

Per essere concreti e chiari: il fine del miglioramento della tecnica è fatta esclusivamente in funzione dell’aumento dell’efficacia.

GLI ESERCIZI SONO (SEMPRE) UTILI?

Spesso, in molte discipline il momento della tecnica è una serie di esercizi slegati dal contesto sportivo.

Per esempio, al campo di atletica si fanno le andature, in acqua si svolgono gli esercizi ecc.

Credo che fare tecnica voglia dire riuscire a trasmettere un concetto chiaro al nostro “allievo” su cosa sta facendo e come deve fare invece per migliorarlo.

Gli esercizi servono, ma sono convinto che sia molto più utile offrire un feedback diretto mentre si sta svolgendo l’attività sportiva, per esempio con controllo video oppure anche solo semplicemente seguendo il nostro atleta mentre corre, indicandogli fino alla noia, se necessario, come modificare l’azione tecnica.

Per essere più chiaro: spesso ci si concentra su una moltitudine di problemi e difetti invece per migliorare bisogna guardare solo i macro-errori.



NEL FEEDBACK? SOLO IL NECESSARIO

Le informazioni che deve contenere un feedback, dato dal coach all’allievo tra due ripetizioni, deve brillare più per le mancanze che per le ridondanze (è opportuno che l’insegnante dica meno cose): la regola è “solo il necessario!”.  Obbligo di semplicità, comprensibilità e precisione.

Nel momento giusto: unicuique suum (a ciascuno la sua informazione che tiene conto delle caratteristiche individuali, delle sue capacità).

Quindi, fare esercitazioni tecniche serve o non serve?

Io sono come gli antichi greci: fare le cose nella giusta misura e con obiettivo chiaro.

“Ripetizione senza ripetizione’ (Bernstein): esercitarsi non significa ripetere sempre la stessa soluzione di un dato compito, ma ripetere il processo di soluzione del compito stesso”.

IN PRATICA

La tecnica funzionale è utile se offre poche, semplici, individualizzate e chiare indicazioni, che possano nel tempo o abbassare il costo energetico oppure alzare l’efficacia.

Sono contrario alla classica tecnica estetica, dove si eseguono esercizi aspecifici e generalizzati inutili e poco attinenti al soggetto a cui facciamo fare l’esercitazione.

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By Simone / Editor on Ott 03, 2019

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